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Il Parlamento europeo e il Consiglio hanno raggiunto un accordo sugli 8 miliardi di aiuti straordinari per l’agricoltura e le aree rurali previsti dal pacchetto per la ripresa dal Covid-19 Next Generation EU.

I fondi europei saranno disponibili già dal 2021, senza attendere l’entrata in vigore della nuova Politica agricola comune (PAC), per finanziare le misure del PSR a sostegno degli investimenti e della sostenibilità ambientale. Le risorse dovranno essere essere utilizzate per sostenere la ripresa dalla crisi del Covid-19 e per centrare gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale del Green deal, in particolare delle strategie Farm to fork e Biodiversità al 2030.

Gli 8,07 miliardi a prezzi correnti previsti da Next Generation EU saranno assegnati in due tranche: la prima, pari a circa 2,4 miliardi, nel 2021, la seconda, da circa 5,6 miliardi, nel 2022. Una suddivisione che tiene conto del fatto che il prossimo anno le imprese agricole potranno beneficiare anche dei 2,6 miliardi di euro provenienti dall’anticipo dei fondi per lo sviluppo rurale previsto nell’ambito del Quadro finanziario pluriennale.

In tutto, quindi, nei prossimi due anni l’agricoltura europea potrà contare su un pacchetto di oltre 10 miliardi di euro che permetteranno di affrontare gli effetti della pandemia da Covid-19 in attesa del nuova PAC. Questi fondi potranno infatti essere cofinanziati con risorse nazionali per il massimo del 400%, su base facoltativa. I Paesi UE potranno però anche decidere di non integrare il FEASR con risorse nazionali, per cui l’UE coprirà al 100% le misure attivate grazie ai fondi di Next Generation EU.

In questa fase le risorse del FEASR dovranno essere utilizzate per sostenere la ripresa, aumentando parallelamente la resilienza delle imprese agricole, la sostenibilità e favorendo il ricorso alla digitalizzazione. Di conseguenza, ha chiarito De Castro, è escluso il finanziamento di misure business as usual.

In particolare, almeno il 55% degli oltre 8 miliardi dovrà andare al sostegno degli investimenti delle piccole e medie imprese agricole, alle misure che riguardano la cooperazione, al primo insediamento di giovani agricoltori, agli investimenti per lo sviluppo sociale ed economico delle aree rurali.

Proprio per favorire la partecipazione ai bandi delle imprese di minori dimensioni, gli Stati membri potranno quindi innalzare l’intensità del contributo dall’attuale 40% a un massimo del 75%. E per sostenere il ricambio generazionale in agricoltura, i contributi per il primo insediamento di giovani agricoltori potranno salire dagli attuali 70mila euro a 100mila euro.

almeno il 37% dei fondi FEASR vada al finanziamento di misure agroambientali, in particolare al sostegno dell’agricoltura bio, alle azioni per l’adattamento ai cambiamento climatici e per la conservazione dei suoli, al miglioramento della gestione idrica, al mantenimento degli habitat, alla riduzione dei rischi derivanti dall’uso di pesticidi e antibiotici e al benessere animale.

Gli Stati membri potranno allocare liberamente le risorse residue, pari all’8% del totale, assegnando ulteriori fondi alle due linee di intervento prioritarie o attivando misure PSR relative ad altri ambiti. E’ prevista, tuttavia, una clausola di non regressività ambientale.

Una volta che i 27 avranno approvato l’accordo, il testo verrà validato dalla plenaria del Parlamento UE senza possibilità di modifica. Il testo infatti verrà incorporato nel regolamento transitorio della Politica agricola comune, che estende l’attuale PAC fino al 31 dicembre 2022.